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L'editoriale n.91

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L'editoriale n.91
La nuova Agenzia Nazionale per l'Occupazione si chiamerà ANO. Ora chi non ha un'occupazione saprà dove andarsela a prendere
Non c'è più niente da fare. E forse non è stato neppure bello sognare. Per il semplice motivo che in molti non sapevano neppure che cosa sognare. Se Perugia esce sconfitta (nonostante le frasi di circostanza alla Bersani: “non abbiamo perso, abbiamo non vinto”) dalla gara per la Capitale della Cultura Europea 2019, il vero vulnus va cercato nell'incapacità di coinvolgere una città e i suoi cittadini in questo ambizioso progetto che avrebbe potuto avere ricadute straordinarie sul territorio. Ma se a Matera c'era una città intera in piazza accalcata di fronte a un maxischermo in attesa di un verdetto, a Perugia andava in scena la solita apatica indifferenza generale. Figlia di un contesto in cui la gente sembra in grado di emozionarsi soltanto per l'apertura di un centro commerciale. Per tacere di chi cerca di gettare la croce su Eurochocolate, accusata con il solito superficiale qualunquismo di essere la fonte di ogni male. Senza capire che una manifestazione che porta turismo, soldi e lavoro e ci fa finire su giornali e tv come “città del cioccolato” e non come “città della droga” andrebbe benedetta. Cambiando discorso, con la stessa velocità con cui il Presidente uscente della Provincia di Perugia Guasticchi ha cambiato idea su Eurochocolate (prima celebrata come “grande manifestazione internazionale” e poi bollata come “centro commerciale a basso costo”), qualche giorno fa è andata in scena la querelle Governo-Regioni sui tagli imposti dalla legge di stabilità agli enti locali, che ha visto la Presidente Marini in prima fila a dar battaglia. Ecco, a proposito di questo, un breve elenco: trasferte di massa di funzionari e dirigenti all'estero, consulenze d'oro, aziende partecipate in perdita, sprechi in materia di mobilità (ricordate i 18 milioni per i 4 treni Pinturicchio rimasti a lungo inutilizzati?), dirigenti superpagati, manager inutili, fotografi star ingaggiati a peso d'oro, premi di produzione ai dirigenti pubblici (un milione di euro soltanto in Umbria per il 2013), stipendi di direttori e coordinatori (cachet minimo 130mila euro all'anno), stipendi degli assessori, costo del personale dell'ufficio di Gabinetto della Presidente Marini (460mila euro all'anno) privilegi, auto blu. Vede cara Presidente, prima di minacciare di fare tagliare alla Sanità, su quanti sprechi si potrebbero usare le forbici?
L'editoriale n.91
   
Matteo Grandi

A due anni leggeva Proust, parlava perfettamente l'inglese, capiva il francese, citava il latino e sapeva calcolare a mente la radice quadrata di numeri a quattro cifre. Andava al cinema, seppur accompagnato dai genitori, suonava il pianoforte, viaggiava in aereo, scriveva poesie e aveva una fitta corrispondenza epistolare con l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. A sei anni ha battuto la testa cadendo dagli sci. Del bambino prodigio che fu restano l'amore per il cinema, per la scrittura e per le feste natalizie. I segni del tracollo sono invece palesati da un'inutile laurea in legge, da un handicap sociale che lo porta a chiudersi in casa e annullare appuntamenti di qualsiasi genere ogni volta che gioca il Milan e da una serie di contraddizioni croniche la più evidente delle quali è quella di definirsi "di sinistra" sui temi sociali e "di destra" su quelli economici e finanziari. A trent'anni ha battuto di nuovo la testa e ha fondato Piacere. Gli piacerebbe essere considerato un edonista; ma il fatto che sia stata la sofferenza (nel senso di botta in testa) a generare il Piacere (nel senso di magazine) fa di lui un banalissimo masochista.