Uso dei cookie

Questo sito non fa uso di cookie per la profilazione in prima persona.
Questo sito fa però uso di cookie tecnici. Questo sito utilizza inoltre embed di codice e servizi esterni. Nell'informativa estesa sono disponibili i link alle terze parti ove negare i cookies dei terzi che possono profilare se attivati dall'utente sul sito del terzo.
Procedendo nella navigazione o cliccando su "Accetto" si acconsente all'uso dei cookie.


Policy Accetto

A+ A- T+ T-

L'editoriale n.117

Scritto da 
0
|| || ||

Ha detto Michele Serra che l'aggressione all'insegnante di Lucca è stata rivendicata dall'Itis

In attesa di capire se e quando la politica si degnerà di darci un governo (mentre l'ipotesi elezioni anticipate diventa più concreta ogni giorno che passa), ci sono da segnalare alcune divertenti acrobazie nel circo della politica. Prima fra tutte quella del M5Stelle, che, dopo essersi venduto come forza anti-sistema e aver cavalcato per anni i temi dell'antipolitica, ora cerca alleanze a destra e sinistra che neanche Mastella ai tempi d'oro. Ed è a dir poco grottesco, in questo senso, il corteggiamento nei confronti del Partito Democratico. Quelli che fino a ieri per i grillini erano “pidioti”, oggi - pur di mettere le mani sul potere - si sono trasformati in “utili pidioti”. E l'aspetto paradossale è che nelle fila del PD c'è addirittura chi (per conclamati limiti politici) come Maurizio Martina e chi (per conclamata attrazione per il potere) come Dario Franceschini è disposto a calpestare la propria dignità e il proprio elettorato per ascoltare le sirene pentastellate.

La sensazione è che questi teatrini da Prima Repubblica nuoceranno in primis proprio al Movimento di Grillo e a seguire a chi, fra centrodestra e centrosinistra, si dimostrerà più attaccato alla poltrona che ai propri valori. Anche se dovessero cercare d'infinocchiare i rispettivi elettori con la storiella del “senso di responsabilità”.

Per il resto niente di nuovo sotto il sole. A Perugia su alcune pagine Facebook si scatenano i pasdaran della mobilità alternativa postando ogni giorno foto di furgoni del carico e scarico intenti a servire le attività del centro storico al grido di “giù le mani dall'acropoli”. Ciò che ai custodi delle mura antiche però sembra sfuggire è che senza il carico-scarico dei suddetti furgoni (peraltro in fascia oraria sempre esistita e ben prestabilita) le attività dell'Acropoli morirebbero (e a dire il vero l'ecatombe è già in corso) e il loro amato centro conoscerebbe il colpo di grazia. E allora, signori: meno crociate e più buon senso.

Insomma, cercate di essere più “sensibili”. Almeno quanto l'arbitro Orsato (quello di Inter-Juventus). Persona di grande sensibilità nei confronti di Pjanic (graziato da una sacrosanta espulsione nella partita che valeva un campionato) e nei confronti della Juventus.

Che dire... avrà una zebra al posto del cuore.

 

L'editoriale n.117
   
Pubblicato in Editoriale
Etichettato sotto
Matteo Grandi

A due anni leggeva Proust, parlava perfettamente l'inglese, capiva il francese, citava il latino e sapeva calcolare a mente la radice quadrata di numeri a quattro cifre. Andava al cinema, seppur accompagnato dai genitori, suonava il pianoforte, viaggiava in aereo, scriveva poesie e aveva una fitta corrispondenza epistolare con l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. A sei anni ha battuto la testa cadendo dagli sci. Del bambino prodigio che fu restano l'amore per il cinema, per la scrittura e per le feste natalizie. I segni del tracollo sono invece palesati da un'inutile laurea in legge, da un handicap sociale che lo porta a chiudersi in casa e annullare appuntamenti di qualsiasi genere ogni volta che gioca il Milan e da una serie di contraddizioni croniche la più evidente delle quali è quella di definirsi "di sinistra" sui temi sociali e "di destra" su quelli economici e finanziari. A trent'anni ha battuto di nuovo la testa e ha fondato Piacere. Gli piacerebbe essere considerato un edonista; ma il fatto che sia stata la sofferenza (nel senso di botta in testa) a generare il Piacere (nel senso di magazine) fa di lui un banalissimo masochista.