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L'editoriale n.107

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L'editoriale n.107

Benvenuti nel Paese in cui, grazie al Fertilty Day, a donne senza casa, senza lavoro e senza futuro, si fa credere che sia più grave essere senza figli

Dalla tassa di soggiorno regionale, proposta da Eugenio Guarducci, all'emergenza post-terremoto è il turismo, in tutte le sue sfaccettature, a tenere banco in Umbria. Perché, al di là del nostro endemico isolamento, al di là dell'assenza di autostrade e alta velocità, al di là di quella condizione particolare per cui oggi siamo l'unica regione d'Italia rinchiusa in un'enclave geografica che non prevede né sbocchi sul mare né confini con l'estero (e ultimamente neanche più l'uscita di Prepo), la sensazione è che il turismo in Umbria manchi di una strategia di base. E che, soprattutto, non abbia ancora capito come fare sistema.

Da questo punto di vista, l'ascesa politica del Willy Wonka nostrano, chiamato a ricoprire il ruolo di assessore al turismo nella strategica Assisi, fa ben sperare: il vulcanico Eugenio, uno che oltre che sistema sa fare impresa, ha le stimmate (tanto per restare in tema) dell'attrattore di folle. Ed è alla sua visione che la città del Poverello si affida. Magari a partire proprio da quella tassa di soggiorno regionale che, sulla carta, si propone di finanziare lo sviluppo dell'aeroporto. Il quale, a oggi, volenti o nolenti, si sta trasformando nella porta d'ingresso principale della regione. Nella speranza che anche Ryanair capisca che su questo scalo si può investire davvero (cosa tutt'altro che scontata dopo la presentazione delle nuove rotte da parte della compagnia irlandese).

Nel frattempo basta osservare come alcune cariatidi della vecchia politica regionale si siano espresse contro l'idea della tassa di soggiorno per avere la certezza matematica che la strada imboccata sia quella giusta. Ma che manchi una regia di fondo lo si evince anche da come l'immagine della nostra regione sia uscita dall'informazione post-terremoto: laddove con un approccio qualunquista e un po' cialtrone i media nazionali non hanno fatto altro che parlare di terremoto del Centroitalia (e giù di grafiche con l'Umbria investite dalle onde del sisma) e a Perugia (quando in realtà si trattava della remota provincia alle pendici del Vettore), creando così un panico ingiustificato con due immediate, nefaste, conseguenze: pioggia di disdette per gli alberghi e crollo delle iscrizioni universitarie.

Guardando le cose dal buco della serratura dell'ottimismo si sta comunque avvicinando un periodo dell'anno che può ancora regalarci soddisfazioni: da Eurochocolate a Enologica, dal cibo degli dei al nettare di Montefalco, abbiamo ancora tante carte da giocarci per richiamare turisti. Del resto questo è il periodo del divertimento, è il momento dell'anno in cui Perugia, fra cioccolato e baracconi (Luna Park per i non umbrofoni) diventa un piccolo grande paese dei balocchi.

Se poi dovessimo trasformarci in somari, tiriamo un sospiro di sollievo pensando che, in fondo, poteva andarci peggio. Per esempio potevamo trasformarci ministri alla salute che “partoriscono” l'idea del fertility day. E non lo fanno pensando al concime organico, ma al ventre femminile. Amen.

 


L'editoriale n.107
   
Matteo Grandi

A due anni leggeva Proust, parlava perfettamente l'inglese, capiva il francese, citava il latino e sapeva calcolare a mente la radice quadrata di numeri a quattro cifre. Andava al cinema, seppur accompagnato dai genitori, suonava il pianoforte, viaggiava in aereo, scriveva poesie e aveva una fitta corrispondenza epistolare con l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. A sei anni ha battuto la testa cadendo dagli sci. Del bambino prodigio che fu restano l'amore per il cinema, per la scrittura e per le feste natalizie. I segni del tracollo sono invece palesati da un'inutile laurea in legge, da un handicap sociale che lo porta a chiudersi in casa e annullare appuntamenti di qualsiasi genere ogni volta che gioca il Milan e da una serie di contraddizioni croniche la più evidente delle quali è quella di definirsi "di sinistra" sui temi sociali e "di destra" su quelli economici e finanziari. A trent'anni ha battuto di nuovo la testa e ha fondato Piacere. Gli piacerebbe essere considerato un edonista; ma il fatto che sia stata la sofferenza (nel senso di botta in testa) a generare il Piacere (nel senso di magazine) fa di lui un banalissimo masochista.