Uso dei cookie

Questo sito non fa uso di cookie per la profilazione in prima persona.
Questo sito fa però uso di cookie tecnici. Questo sito utilizza inoltre embed di codice e servizi esterni. Nell'informativa estesa sono disponibili i link alle terze parti ove negare i cookies dei terzi che possono profilare se attivati dall'utente sul sito del terzo.
Procedendo nella navigazione o cliccando su "Accetto" si acconsente all'uso dei cookie.


Policy Accetto

A+ A- T+ T-

La maternità è un colpo di fulmine o un fulmine a ciel sereno? In evidenza

Scritto da 
0
|| || ||
Quello tra me e mio figlio non è stato un colpo di fulmine. Decisamente non lo è stato. Per lo meno non lo è stato per me
Tutti a ripetermi che non appena l’avessi visto e tenuto tra le braccia il mio bambino, mi si sarebbe sciolto il cuore e sarei caduta in un amore profondo, unico e senza ritorno. Che avrei dimenticato il dolore e la paura. Che tutti i tasselli sarebbero finalmente finiti al loro, giusto, posto.

Ma non è stato così.

Quando mi hanno messo mio figlio in braccio io ero sconvolta dal parto, terrorizzata, incredula e dolorante. Lui pure. In più era viscido e l’unica cosa che sono riuscita a pensare è che se me l’avessero lasciato sarebbe scivolato e caduto. Che se me lo avessero lasciato gli avrei di sicuro fatto del male. Che non ero in grado, ma soprattutto che non ero pronta per fare la mamma.

Le successive settimane, tornati a casa, io e mio figlio ci siamo studiati. Ma io non sentivo nulla e più non sentivo più stavo male. Tutto era troppo difficile, troppo stancante e stava accadendo troppo in fretta. Mi mancava il tempo di capire quello che stava succedendo.

Poi siamo rimasti da soli. Noi tre. Sono tornata da casa di mia madre, tante lacrime e azioni ripetute come fossi un automa, senza anima. C’era l’istinto di protezione, quello sì, verso un batuffolo indifeso che aveva solo bisogno di me. Ma nessun amore che ti travolge.

Poi siamo rimasti da soli. Noi due, io e il mio bambino, per un’intera settimana. E piano piano le azioni da automatiche si sono trasformate in volontarie, volute e si sono riempite di tenerezza prima, di amore poi. Ci siamo toccati, lui mi ha toccato e tutto è diventato un po’ più facile.

I colpi di fulmine, per quanto io nella mia vita ne sia stata colpita un migliaio di volte, non sono destinati a durare: è questa la verità. Il cuore del tuo amante va rubato a poco a poco a forza di manine appiccicose, sorrisi sdentati e smorfiette buffe. È questa l'unica verità che per me, nel mio percorso da madre, ha avuto importanza.

La maternità è un colpo di fulmine o un fulmine a ciel sereno?
   
Lucrezia Sarnari

31 anni. Giornalista, mamma e blogger. Non necessariamente in questo ordine